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venerdì 13 aprile 2012
LA QUESTIONE DEL CENTRO COMMERCIALE ALL’INFERNETTO
Ultimamente si è discusso molto del progetto Centro Comm.le “Esselunga”, tra la C. Colombo e via del Canale della Lingua. La Commissione Commercio ed il Consiglio Municipali si sono espressi alla unanimità contro il progetto per le motivazione portate dalla Associazione Commercianti, oltre che da cittadini e loro Associazioni.
Anche noi abbiamo espresso parere contrario e vogliamo, per una maggiore chiarezza, riassumere qui alcuni aspetti importanti della vicenda.
Il progetto trae origine dalla Legge Regionale, “Patti Territoriali per Ostia e Fiumicino”, di qualche anno fa, che intendeva promuovere iniziative imprenditoriali per lo sviluppo del territorio e di nuovi posti di lavoro.
Patti approvati dal Comune di Roma nel 2007, ed inizio dell’iter burocratico di verifica dei progetti. Molti progetti, anche quello del Centro Commerciale presentano,richieste di eccezioni e pesanti deroghe, a norme urbanistiche ed al P.R.G. anche nella realtà problematica dell’Infernetto.
Abbiamo visionato una serie ( parziale) di documenti e, tra le molte ed ovvie difficoltà, abbiamo cercato di riassumere, da semplici cittadini, i nostri punti di vista:
MOBILITA’ E VIABILITA’- Uno studio tecnico effettuato sui volumi di traffico, vecchi e nuovi, porterebbe circa due milioni (!) di visitatori all’anno presso il Centro. Con punte giornaliere di diverse migliaia di auto oltre ai picchi delle festività.
Lo studio ed il progetto di mobilità, però, sono basati su rilevazioni effettuate a fine ottobre 2006 (!), con una popolazione dell’Infernetto fissata a 19.000 abitanti (dati 2005). Trascurando del tutto anche gli enormi volumi di traffico, sulla esausta Colombo e dintorni, nei week end da primavera all’autunno.
Il sottopasso e le relative rotonde previste all’incrocio della Colombo con il Canale della Lingua possono ingolosire (eliminerebbero il semaforo). In realtà tutto questo è completamente asservito al traffico da e per il Centro, dal momento che la viabilità locale rappresentata dal viale di Castelporziano, via della Cacciuta, via Nicolini, le complanari della Colombo ecc. rimarrebbe tale e quale ad oggi!
Inoltre, tale sottopasso rappresenta il terminale di una nuova strada, da costruire, per collegare la nuova centralità Acilia-Madonnetta, Dragona, il suo nuovo ponte, la Roma-Fiumicino e Fiera di Roma.
Sicuramente utile ma solo a condizione che sia completata come infrastruttura prima di qualsiasi insediamento urbanistico e commerciale.
Di fatto, se un Centro Commerciale di queste dimensioni interessa un bacino di utenza di ben trenta chilometri, appare ovvio che tutta la viabilità locale debba essere subito adeguata, pena la paralisi. Oltre ad investire sul trasporto pubblico, il cui ruolo risulta del tutto marginale.
URBANISTICA ED AMBIENTE –
Il Centro non crea alcuna nuova “centralità locale”, dal momento che esso appare privo di veri elementi di aggregazione e vivibilità quali aree di svago e benessere, incontro, ristoro, cinema, piste pedonali, ciclabili ecc.
Il parco pubblico di circa un ettaro e può (?) essere attrezzato e mantenuto (da chi?). Dovrebbe essere, invece, parte integrante del Centro.
Quattro edifici per un fronte di circa 300 metri, alti da 16 a 21 metri, tutto spostati verso l’interno rispetto alla Colombo. Quindi invasivo per luce ed aria verso via Gargiulo.
Viene menzionato spesso il limitrofo ex-toponimo, o Nucleo Abitativo, di Ponte Olivella attualmente oggetto di un vasto progetto di riqualificazione. Ma senza indicarne una eventuale integrazione soprattutto per la viabilità locale.
Non si conosce l’impatto acustico ambientale, incluso quello per il trasporto merci.
Non c’è traccia di pista ciclo-pedonale collegata a quelle (poche) esistenti nell’area.
Ultimo, ma di estrema importanza, esiste il problema della raccolta della acque piovane e loro smaltimento. Non sono disponibili notizie al riguardo e la sacrosanta preoccupazione dei cittadini è semplicemente enorme, dati i tragici avvenimenti del 20 ottobre.
COMMERCIO –
E’ la parte più intrigante considerando anche punti di vista opposti.
Il primo riguarda i commercianti dell’area decisamente contrari per le ovvie ragioni di concorrenza e riduzione di fette di un mercato sempre più in crisi.
Il secondo, come consumatori, riguarda l’ovvia attenzione verso offerte merceologiche più vaste di quelle oggi offerte localmente e con un diverso rapporto qualità/prezzo.
In effetti molti residenti, come in altri casi di recenti progetti di insediamenti urbanistici, sono molto più preoccupati per le nefaste conseguenze a carico di una mobilità e di una viabilità ormai al collasso totale, senza la previsione di interventi risolutivi a breve termine.
Non appare definita, a parte Esselunga, la destinazione merceologica degli altri tre edifici (altri tre megastore?).
E’ stato formalizzato nelle scorse settimane il nuovo Piano del Commercio per Roma, attualmente alla attenzione dei Municipi. Non è dato sapere se il Centro commerciale dell’Infernetto ne faccia parte.
Il Centro porterebbe 500 nuovi posti di lavoro. Ascom, da parte sua, fà rilevare che, invece, per effetto della chiusura di esercizi commerciali, se ne perderebbero oltre 350.
Ci sarebbe altro da aggiungere, ma ci limitiamo qui confidando di aver contribuito ad una chiarezza informativa, come ci è stato richiesto da molti cittadini.
La questione risulta tuttora aperta anche presso la Regione Lazio dato che, dopo molti anni dal suo lancio, i presupposti fondativi dei Patti Territoriali siano sempre più appannati e lontani per le tante problematiche pendenti. Oltre, ripetiamo, alla manifesta e motivata contrarietà espressa dal 13° Municipio, dalla Associazioni di Categoria, da Associazioni e Comitati dei cittadini.
Ovviamente, è una vicenda che continueremo a seguire da vicino, dandone debito conto.
Franco Gobbi
Presidente
Coordinamento Infernetto – Associazione di Quartiere
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