Nella interrogazione avevamo, appunto, posto in luce, evitando qualsiasi discussione o polemica di stampo razzistico od ideologico del tutto inappropriate, che:
- L’area in questione (destinata originariamente a verde pubblico non attrezzato) era già stata affidata tramite Convenzione Municipale a privati fin dall’agosto 2011, per la creazione di un parco pubblico, con giochi ecc. Convenzione tuttora valida e mai revocata.
- Improvvisamente nel marzo 2013 l’area è stata recintata a cura e spese del Vicariato, con l’intento di creare un campo per nomadi di passaggio.
- L’area confina con numerose abitazioni realizzate nella Convenzione Castelporziano Sud e ne è parte integrante. Chi ha acquistato le abitazioni, anche a prezzo di sacrifici, lo fatto pensando di andare ad abitare in un complesso urbanistico di pregio, curato ed urbanisticamente bene organizzato. Senza alcun riferimento ad un futuro campo nomadi davanti o vicino casa.
- Da un lato, l’area confina con la scuola Media di Via Cles . Senza commento.
- Sussistono gravi motivi di sicurezza pubblica in un quartiere già in grave difficoltà. Non c’è alcun bisogno di aggiungerne altri. Specie se si parla di una continua rotazione delle presenze, trattandosi appunto di nomadi, abituati a spostarsi senza alcun controllo.
- Una immediata richiesta di spiegazioni al Municipio da parte del Concessionario, circa la recinzione apparentemente abusiva, è rimasta senza risposta.
- I cittadini dell’Infernetto e loro Associazioni o Comitati, o i residenti in zona, non sono stati per nulla informati circa la stravagante idea del campo nomadi a rotazione, a casa loro.
Però, come cittadini e residenti, dobbiamo rilevare, proprio per quanto contenuto nel comunicato chiarificatore, una serie di fatti e notizie che creano parecchie perplessità circa tutta la vicenda.
L’area, come da comunicato, risulta iscritta a Patrimonio del Comune di Roma ma di fatto è in consegna al Vicariato. Ciò in forza di una Deliberazione Comunale del 2006 che prevede nell’area un centro parrocchiale, un istituto sussidiario di culto, nel programma delle nuove chiese a Roma. A questo scopo nel febbraio 2012 una Delibera de Giunta Capitolina ha approvato una variante urbanistica per la Convenzione Castelporziano Sud ed il terreno convertito in servizi dall’originale area verde.
Ma, a quanto sembra, nessuno aveva ed ha provveduto ad informarne, come dovuto, il Municipio. Municipio che aveva ricevuto a suo tempo in gestione l’area iscritta a Pubblico Patrimonio, e che appunto nel 2011 (cioè in data precedente alla Delibera di Giunta Capitolina ) aveva legittimamente e tranquillamente affidato l’area a verde al privato che ne aveva fatto richiesta.
Né, in relazione a quanto menzionato in precedenza, l’area poteva essere occupata e recintata dal Vicariato, dato che la formalizzazione degli atti sembra essere ancora in corso.
Inoltre, non riusciamo ad immaginare, neppure lontanamente, chi e come abbia potuto identificare una area in mezzo ad un insediamento abitativo, ad una scuola ecc. e pensare di crearci un campo nomadi, e dare una specie di permesso (?) a farlo con tutte le gravissime problematiche ed implicazioni del caso.
Campo per nomadi di passaggio che non ci risulta essere propriamente un luogo di culto, ma tutt’altra cosa. Idea forse meritevole di attenzione sotto certi punti di vista, che non vogliamo neppure metterci qui a discutere, ma con una “ pensata” stravagante ed inopportuna, molto scorretta e tremendamente maldestra. Come si è poi visto e dimostrato.
Vogliamo pensare che la vicenda circa il presunto campo nomadi a via Rodengo, e comunque all’Infernetto, finisca veramente qui ed una volta per tutte.
E soprattutto occorreranno ampie spiegazioni, ed interventi correttivi, circa il totale ed inaccettabile scollegamento tra uffici municipali e comunali e l’assordante silenzio tenuto verso i cittadini residenti.
Il nostro atteggiamento, lontanissimo è bene chiarire subito da pulsioni razziste o ideologiche, è e rimane, in merito a tutta la vicenda ed i suoi contorni e svolgimenti, molto fermo e molto critico e confidiamo che non si possa o debba ripetere.
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